Eccole! le imprese nate con noi! Oggi incontriamo Candia Castellani e la Scuola di illustrazione di Scandicci
I sogni, il lavoro, i progetti ed il confronto con la realtà: le storie di alcune delle imprese nate con il Vivaio
Siamo andate ad incontrare le imprenditrici e gli imprenditori che in questi anni, con noi, hanno dato vita ai loro sogni, alle loro idee, per farne progetti imprenditoriali.
Vogliamo sapere di loro, raccontare la loro storia, perché è anche la nostra storia e la storia di tante persone che, come loro, hanno provato a trasformare un sogno in un progetto.
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Candia la incontro in una raffinata libreria bar, (www.libriliberi.com), uno scrigno di libri, che si affaccia nel retro in un piccolo delizioso giardino segreto nella centralissima via San Gallo a Firenze. Candia ha recentemente realizzato il suo sogno di aprire una scuola per illustratori: La Scuola di illustrazione di Scandicci e la libreria, collegata con la piccola casa editrice omonima, ne ospita attualmente i corsi.
La sua è una delle ultime imprese nate con i servizi di Vivaio per l’Intraprendenza, nell’ambito del contest organizzato dal Comune di Scandicci “La mia impresa a Scandicci”.
Candia, che già mi aspettava in libreria, mi accoglie sorridente e subito mi travolge: parole, frammenti colorati di racconto che fatico a raccogliere. La fermo un attimo, ci sediamo sui divani coloratissimi della libreria e le chiedo di ricostruire la sua storia di giovane imprenditrice.
Candia è figlia d’arte: vignettista autodidatta il padre, madre insegnante di educazione artistica. “Io credo di aver sempre disegnato nella mia vita. Non ricordo un’epoca in cui non avessi in mano matite colorate e pennarelli.” Così tra fogli di carta e matite Candia, bambina timida e introversa (non lo diresti vedendola ora!), fa del disegno il suo modo di comunicare con il mondo che la circonda: “disegnare era per me un modo di mettere in scena il mio mondo fantastico”. La scelta della scuola dopo le medie è quasi scontata: Istituto d’Arte di Porta Romana, specializzazione “comunicazione e spettacolo”, per studiare grafica e scenografia, illustrazione.
Candia è solo una ragazzina e non sa ancora bene cosa le piacerebbe fare, sa solo che il suo mondo è un mondo di immagini e che è alla ricerca di strumenti per dare corpo alla sua fantasia.
Da qui la scelta del cinema come orizzonte nel quale cercare il proprio linguaggio. Completati gli studi all’Istituto d’Arte, inseguendo ancora l’idea di lavorare nel cinema, si iscrive al DAMS di Bologna e per 15 anni vi si trasferisce, senza però tagliare i contatti con Firenze, dove continua a mantenere i rapporti con diverse realtà fiorentine, come con Sergio Staino, con cui collabora. A questo periodo appartiene il suo incontro con un grande illustratore, Leonardo Mattioli, autore di un bellissimo Pinocchio. Mattioli la incita a dedicarsi all’illustrazione, ma lei ancora sogna e rincorre il cinema.
In questo periodo finirà per orientare diversamente i suoi progetti l’incontro con Patrizia de Pasquale, una bibliotecaria: è lei che con più forza le indica la strada e così frequenta per una settimana la scuola di Sarmede, creata da Stephan Zvravel: da allora questa è la strada e il percorso professionale di questa esuberante ragazza prende così un indirizzo definito. Nel frattempo diventa mamma e il suo mondo si colora delle tinte dell’infanzia e la impegnano molte attività legate ai racconti per i bambini, lettura ad alta voce, cartoni animati, letture teatrali, immagini per accompagnare la lettura. Per tre anni frequenta a Bologna i corsi di Octavia Monaco che finirà per influire molto sulle sue scelte successive: “I corsi della Monaco danno vita ad una vera e propria comunità di apprendimento, da cui ho ricevuto moltissimo in termini di tecnica e stile. Questa esperienza mi ha permesso di far emergere il mio stile. Ho imparato molto in termini di simbologia, ricerca di colori e sensazioni, di abbinamenti, ho assimilato la ricchezza colta delle sue illustrazioni, ho imparato che disegnare è un gesto artistico, che bisogna “paciugare”, imbrattarsi le mani, toccare la dimensione materica del disegno” In questo contesto ho realizzato il mio libro: la storia del Tasma, scritta e illustrata per i bambini: “La Principessa del Taj Mahal”, poi edito da Aliberti jr.
Lei continua a cercare occasioni di formazione e crescita, alimenta con perseveranza il suo progetto: frequenta le lezioni di Arianna Papini dove trova un incoraggiamento che la tranquillizza, frequenta scuole e biblioteche di Bologna, per progetti di diffusione dei libri e della lettura nell’infanzia. Spesso si sperimenta anche nella scrittura dei testi riuscendo così a “giocare” tra testo e illustrazione.
Tornata definitivamente a Firenze, a poco a poco mette a fuoco quello che sarà il suo progetto di impresa: “avevo conosciuto una quantità di persone che a diverso titolo si occupavano di immagini delle immagini, avevo una agenda ricchissima di contatti, cinema, arte, illustrazione. Incontri, scambi, mille idee, ho come setacciato tutta questa ricchezza, mi sono concentrata su quello che rimaneva e ho messo a fuoco una immagine: Firenze è una città piena di illustratori, personaggi interessanti, stimoli … ho immaginato a Firenze una scuola di illustrazione sul modello della comunità di Sarmede: una comunità, un contesto di condivisione e tranquillità dove assorbire gli stimoli, dove evolversi, acquistare la tecnica necessaria, ma anche liberare l’immaginazione, cercare ciascuno il proprio stile. Una scuola che fosse anche una operazione di animazione culturale.”
Mentre Candia mette a fuoco definitivamente la sua idea di impresa, si presenta l’occasione del Contest “La mia impresa a Scandicci” promosso dal Comune.
“Ho avuto la fortuna di essere selezionata tra le idee di impresa che avrebbero usufruito di un percorso di formazione e accompagnamento ed ho incontrato il Vivaio per l’Intraprendenza: l’aiuto del “Vivaio “ è stato per me fondamentale , mi ha permesso di cimentarmi con aspetti che non conoscevo, così importanti per realizzare una impresa e ogni step era un passo nella direzione della realizzazione concreta della mia idea.
Ho appreso l’importanza degli aspetti economici e finanziari, mi sono misurata con la stesura del mio business plan; mi sono occupata anche della concorrenza, ho imparato a fare i conti con la presenza sul territorio di altre realtà simili e con la necessità di distinguermi, trovare una mia forte identità e renderla visibile. Era come veder crescere una piantina, vederla rafforzarsi e prendere forma.
Ora la mia impresa esiste, anche con il piccolo aiuto del premio vinto nel contest del Comune di Scandicci.
E proprio quando le difficoltà rischiavano di scoraggiarmi, l’incontro con Giovanni Gheri della libreria Libri Liberi, mi ha aperto un orizzonte inaspettato: Libri Liberi è una libreria, ma anche un luogo di ritrovo, una caffetteria, uno spazio di cooworking.
Con Giovanni Gheri è stato incontro di desideri e visioni: lui da tempo pensava di arricchire la sua attività di libraio /editore con una scuola, insieme ci siamo riconosciuti nell’idea che questa scuola dovesse essere una specie di comunità di apprendimento. Insieme abbiamo contattato i tanti illustratori presenti a Firenze, ne abbiamo trovati molti disponibili a realizzare dei corsi brevi: sono loro che in questa cornice progettano i loro workshop, ne definiscono i temi, i tempi, le durate: si tratta almeno per ora di seminari brevi, 1 o 2 giorni.
Con loro abbiamo definito un catalogo e un calendario che ora è pubblicato sul sito della scuola e diffuso anche attraverso la nostra pagina Facebook.
In futuro ci piacerebbe dare un respiro internazionale alla nostra scuola, creare anche un video per promuoverla, e insieme promuovere ad un pubblico più vasto il ricchissimo mondo dell’illustrazione, far conoscere meglio questa bellissima arte.
Ascoltando il racconto di Candia, mi rendo conto di quante risorse, quante energie animino questa ragazza, lo studio, il lavoro, diverse collaborazioni, il suo entusiasmo profuso in ogni attività che la coinvolga. Esco da questo incontro con il desiderio conoscere il mondo ricchissimo dell’illustrazione.
Testo e foto di Giulia Cerrone
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